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Associazione, Didattica

SMED e la scrittura a scuola

Pubblicato il 29 Gennaio 2019

Questo documento sull'insegnamento della scrittura a mano nella scuola italiana è stato redatto nella primavera del 2015 con il concorso di tutti i soci fondatori. Lo pubblichiamo oggi con qualche accorgimento redazionale, ma intatto nella sua sostanza

La scrittura a mano è certamente uno strumento educativo essenziale ed efficace, come dimostrano diverse ricerche scientifiche. Eppure, se si leggono le “Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo” emanate dal MIUR in data 4 settembre 2012, si deve prendere atto che l’insegnamento della scrittura a mano è liquidato in poche righe e subito eclissato dalla scrittura intesa come produzione scritta. E niente di nuovo è emerso in tal senso anche dalle nuove indicazioni nazionali, pubblicate dal ministero nel febbraio 2018.

D’altra parte, se si guarda al nostro recente passato, bisogna constatare che, in quanto materia di studio autonoma nella scuola dell’obbligo, è stata via via marginalizzata fino a scomparire dalle pagelle scolastiche. Anche per queste ragioni, forse, oggi si registra una scarsa conoscenza della storia della scrittura a mano e delle forme alfabetiche che vengono insegnate a scuola.  

Riscopriamo l’origine di tutte le scritture corsive

Si discute spesso, in Italia e all’estero, sulla necessità o meno di insegnare il corsivo. Raramente però si pone attenzione al fatto che tutte le forme moderne di scrittura corsiva traggono le loro origini dalla scrittura italica o cancelleresca sviluppata in Italia fra Quattro e Cinquecento.

Oggi – a fronte dei cambiamenti resi possibili dallo sviluppo della tecnologia digitale – s’impone una seria riflessione critica sul complesso modello di scrittura manuale che da generazioni viene insegnato nella scuola italiana, la cosiddetta scrittura corsiva inglese diritta. Un modello che non è altro che un’elaborazione della scrittura italica, con l’aggiunta di tratti ‘decorativi’ superflui e pertanto poco adatta all’apprendimento.

La scrittura italica – Italic handwriting – è ampiamente nota e diffusa in tutto l’Occidente. Il modello italico così come viene presentato nel sito scritturacorsiva.it, cioè opportunamente semplificato per l’uso scolastico, è più aderente alle esigenze di chi scrive a mano oggi. Inoltre può facilmente evolvere in qualsiasi forma di scrittura corsiva, inclusa quella comunemente insegnata nella scuola italiana.

Riflettiamo sul modello di scrittura più adatto

Un modello di scrittura adatto all’insegnamento/ apprendimento deve essere leggibile, cioè favorire il riconoscimento visivo delle lettere, e le sue forme devono essere facili da eseguire (grazie a un numero minimo di tratti e cambi di direzione) per favorire l’acquisizione delle competenze visuo-motorie necessarie a scrivere.

Dal quaderno SMED “Scriviamo in italica” Le minuscole.

Il modello che proponiamo, basato sull’italico, non è solo funzionale alla lettura, è oggettivamente più economico dal punto di vista motorio ed è perciò più funzionale alla scrittura a mano. Per favorirne l’utilizzo in ambito educativo, Monica Dengo ha disegnato l’Italica, il carattere digitale che offriamo in uso ai soci e utilizziamo nel sito e nelle pubblicazioni a carattere didattico.

Clicca e prova.

Noi pensiamo che un modello di scrittura manuale basato sulle forme semplici dell’italico, opportunamente coniugato con un approccio didattico graduale che tenga conto dei diversi movimenti scrittori richiesti dalla produzione delle forme delle singole lettere e della loro concatenazione nel corsivo, possa offrire numerosi vantaggi.

Tuttavia la questione del modello di scrittura è delicata perché la scrittura corsiva usualmente insegnata a scuola, oltre ad aver esercitato finora un quasi totale monopolio, ha stabilito anche profondi e comprensibili legami affettivi presso il corpo insegnante e le famiglie. È naturale quindi che la proposta di cambiare modello possa incontrare resistenze, specie se la formazione degli alunni ha già avuto inizio. Fortunatamente però gran parte degli accorgimenti didattici si possono applicare con qualche adattamento anche al modello di scrittura tradizionalmente in uso.

Che cosa riteniamo indispensabile

Un corretto approccio alla scrittura a mano dalla scuola per l’infanzia al primo ciclo della primaria richiede necessariamente una grande attenzione per aspetti quali:

– postura, ergonomia e comfort, micro e macro movimenti scrittori

– scelta di materiali, strumenti e formato di scrittura in base all’età

– metodo di apprendimento secondo famiglie di lettere con movimenti simili e l’acquisizione graduale del ductus per ciascun formato, fino alla pianificazione e l’esecuzione autonoma, dall’inizio alla fine, di singole lettere, parole, frasi e testi, di crescente difficoltà, in co-gestione con l’elaborazione linguistica

– autovalutazione del proprio operato in base a criteri acquisiti e interiorizzati gradualmente

– importanza di rendere la scrittura a mano un’attività piacevole e un personalissimo mezzo di espressione di sé, nel rispetto delle convenzioni del sistema di scrittura e della leggibilità.

Che cosa proponiamo

Il modello italico merita di essere conosciuto per quello che è, lo storico capostipite di tutti i corsivi moderni, il modello che consente di conoscere la forma essenziale delle lettere e i pochi tratti necessari a tracciarle.

Qualunque sia il modello di scrittura insegnato a scuola, ciò che è davvero importante è che sia insegnato bene, con i movimenti giusti nelle direzioni convenzionali, secondo un metodo logico e progressivo, riservando la massima attenzione a tutte le componenti implicate dall’attività grafo-motoria.

I dieci consigli per scrivere a mano di Laura Bravar. Dal quaderno SMED Il corsivo.

Conoscere i movimenti corretti per tracciare le lettere ed essere consapevoli dell’importanza che il gesto ha nell’apprendimento della scrittura consente di:

– offrire solide basi per l’apprendimento della scrittura a mano

– prevenire difficoltà

– sapere come assistere i bambini in caso di necessità.

Conclusione

Riteniamo che quello che conta davvero è considerare il processo di scrittura nel suo complesso e fare delle scelte consapevoli. Proponiamo quindi che il MIUR e le istituzioni scolastiche promuovano:

– programmi più attenti allo sviluppo delle abilità manuali e al corretto apprendimento dei movimenti scrittori

– programmi di formazione per insegnanti che includano la storia della forma delle lettere e la conoscenza della scrittura italica nel suo modello base, della sua origine tutta italiana e delle sue evoluzioni successive

– programmi per la scuola dell’infanzia incentrati anche sul potenziamento dello scarabocchio, il controllo del segno, le attività fini manuali, lo sviluppo del concetto di scrittura

– programmi che prevedano l’avvio al corsivo verso la fine della seconda o in terza elementare, quando l’alunno inizia a leggere in modo spedito, riconoscendo almeno le parole più frequenti come unità globali.

I soci fondatori SMED

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